Android

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Android
sistema operativo
Logo
Logo
SviluppatoreGoogle
Open Handset Alliance
FamigliaKernel Linux
Release iniziale1.0 (23 settembre 2008)
Release corrente14 (4 ottobre 2023)
Tipo di kernelKernel Linux (monolitico)
Piattaforme supportate32 bit, 64 bit, Architettura x86, Architettura ARM, Architettura MIPS
Metodo di aggiornamentoOTA (disponibile dalla OS 1)[1] e PC
Tipo licenzaSoftware libero con controparti proprietarie
LicenzaApache 2.0
Stadio di sviluppoCorrente
Sito webwww.android.com/

Android è un sistema operativo per dispositivi mobili sviluppato da Google, progettato principalmente per sistemi embedded quali smartphone e tablet, con interfacce utente specializzate per televisori (Android TV), automobili (Android Auto), orologi da polso (Wear OS), occhiali (Google Glass), e altri.

È basato sul kernel Linux ed è da considerarsi propriamente una distribuzione embedded Linux e non un sistema unix-like né una distribuzione GNU/Linux (dato che la quasi totalità delle utilità GNU è sostituita da software in Java).[2][3][4]

Distribuito sotto i termini della licenza libera Apache 2.0[5] riservandosi di non-includere software coperto da licenze copyleft,[6] il suo sviluppo prosegue attraverso l'Android Open Source Project, il quale è software libero con l'esclusione di diversi firmware non-liberi inclusi per i produttori di dispositivi e delle cosiddette "Google Apps", come ad esempio Google Play.

Ad ottobre 2022 è il sistema operativo per dispositivi mobili più diffuso al mondo, con una fetta di mercato attestatasi a quota 70,98% sul totale per quanto riguarda gli smartphone e a quota 49,19% per quanto concerne i tablet, seguito rispettivamente da iOS con il 28,41% e il 50,68%.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Versioni di Android.

Nell'ottobre 2003 Andy Rubin (cofondatore di Danger)[7], Rich Miner (cofondatore di Danger e di Wildfire Communications)[8], Nick Sears (vicepresidente di T-Mobile)[9] e Chris White (principale autore dell'interfaccia grafica di Web TV)[10], fondarono una società, l'Android Inc. per lo sviluppo di quello che Rubin definì «... dispositivi cellulari più consapevoli della posizione e delle preferenze del loro proprietario».

Inizialmente, la società operò in segreto, rivelando solo di progettare software per dispositivi mobili. Durante lo stesso anno il budget iniziale si esaurì, motivo per cui fu fondamentale un finanziamento di 10 000 dollari da parte di Steve Perlman (amico intimo di Rubin) per poter continuare lo sviluppo. Steve Perlman consegnò a Rubin il denaro in una busta, ma rifiutò ogni proposta di partecipazione al progetto.

Il 17 agosto 2005 Google LLC acquisì l'azienda[11], in vista del fatto che la società di Mountain View desiderava entrare nel mercato della telefonia mobile. È in questi anni che il team di Rubin comincia a sviluppare un sistema operativo per dispositivi mobili basato sul kernel Linux. La presentazione ufficiale del "robottino verde" avvenne il 5 novembre 2007 dalla neonata OHA (Open Handset Alliance), un consorzio di aziende del settore Hi Tech che include Google, produttori di smartphone, come HTC e Samsung, operatori di telefonia mobile, come Sprint Nextel e T-Mobile, e produttori di microprocessori, come Qualcomm e Texas Instruments Incorporated. I primi demo di Android dimostrano come la società non pensò a un'interfaccia appositamente studiata per essere comandata con le dita, come invece fece Apple e questo è confermato anche dalle cause legali tra i principali marchi Android e Apple per violazione di brevetti sviluppati dall’azienda di Cupertino.

HTC Dream, il primo dispositivo con Android

Il primo dispositivo mobile dotato della piattaforma Android è stato l'HTC Dream, commercializzato dall'operatore telefonico T-Mobile[12]. Il prodotto è stato presentato il 23 settembre 2008 a New York, mentre la data di uscita nel mercato è stata il 22 ottobre 2008. Le caratteristiche principali del dispositivo sono:

  • la tastiera QWERTY;
  • uno schermo tattile da 3,2 pollici con risoluzione di 320x480 pixel;
  • supporto per la connettività 3G UMTS/HSDPA a 7,2 Mbit/s, 192 MB di RAM e 256 MB di memoria flash.
Alcuni smartphone della serie Galaxy con a bordo Android Marshmallow, Nougat e Oreo

Il prezzo di lancio era di 179 dollari negli Stati Uniti, con obbligo di sottoscrizione a un contratto biennale con il carrier T-Mobile, mentre in altri Paesi, tra cui l'Italia, il dispositivo fu noto con il nome di HTC Dream e il prezzo iniziale fu di 450 euro senza contratto. In seguito è stato commercializzato l'HTC Magic, un dispositivo con caratteristiche simili a quelle del T-Mobile G1, seppur non dotato di una tastiera a livello hardware; è poi stato introdotto da parte della Samsung il dispositivo Galaxy, dotato di schermo AMOLED.

Dal 2008 in poi sono stati apportati numerosi aggiornamenti di Android per migliorarne le prestazioni e per eliminare eventuali problemi di sicurezza delle precedenti versioni ed Android è cresciuto, anno su anno, del 615,1%[senza fonte].

Schermata principale di un HTC Evo 4G, che mostra un orologio e widget meteo nella parte superiore, e le scorciatoie app nella parte inferiore

Nel 2010 è stata presentata e messa in commercio una nuova generazione di smartphone con sistema operativo Android che, spinti dal Nexus One, hanno caratteristiche tecniche di livello superiore (processore da 1 GHz e RAM fino a 512 MB). Tra questi troviamo l'HTC Desire, il Samsung Galaxy S e l'LG Optimus Black.

Il 16 dicembre 2010 è stato distribuito il successore di Nexus One, il Nexus S, prodotto dalla Samsung, è il primo terminale Android a montare in partenza la release 2.3 dell'OS, denominata Gingerbread.

Nell'ultimo trimestre del 2010 Android riuscì a superare Symbian[senza fonte], l'incontrastato sistema operativo di Nokia per oltre 10 anni, vendendo nel mondo ben 32,9 milioni di smartphone, contro i 30,6 milioni di Symbian.[senza fonte]

Secondo Wikimedia Foundation, nell'agosto 2011 il sistema operativo Android aveva una diffusione tra tutti i dispositivi mobili pari al 22,94%.[13]

Nel marzo 2013 Larry Page annuncia che Andy Rubin ha lasciato la presidenza di Android per dedicarsi ad altri progetti di Google. Viene rimpiazzato da Sundar Pichai.

Dalla versione 1.5 alla 9 ogni aggiornamento o release, similmente a quanto accade per molte versioni di Linux, ha seguito una precisa convenzione alfabetica per i nomi, che in questo caso sono quelli di dolci; soltanto le versioni 1.0 e 1.1 non hanno un nome di dolce e sono identificate col solo numero di versione[14] (tuttavia la seconda, durante lo sviluppo, fu nominata in via ufficiosa Petit Four, in omaggio agli omonimi dolcetti), la 1.5 venne chiamata Cupcake, la 1.6 Donut, la 2.1 Eclair, la 2.2 Froyo (yogurt gelato), la 2.3 Gingerbread (pan di zenzero), la 3.0 Honeycomb, la 4.0 Ice Cream Sandwich, la 4.1 Jelly Bean, la 4.4 Kit Kat in seguito a un accordo con la Nestlé poi la 5.0 Lollipop. Il 5 ottobre 2015 toccò alla 6.0, col nome Marshmallow. Per la versione 7.0 N, Google lanciò la possibilità di far scegliere agli utenti il nome della prossima versione. Il 30 giugno 2016 venne annunciato ufficialmente il nome della versione successiva che il 22 agosto apparve sugli smartphone Android con il nome di Nougat (torrone).[15] Il 22 agosto 2017 venne rilasciato Android 8.0 Oreo, previa concessione di Mondelēz, mentre il 6 agosto 2018 è stato pubblicato Android 9.0 Pie.[16] Il 3 settembre 2019 è stata la volta di Android 10, conosciuto, in fase di sviluppo, come Q, la prima versione di Android a non portare il nome di un dolce, mentre Android R, cioè Android 11, è stato pubblicato l'8 settembre 2020. Con Android 12, pubblicata in versione stabile il 4 ottobre 2021, l'azienda torna ad aggiungere il nome di un dolce alla versione: Snow Cone.[17] Anche per la versione 13 è stato scelto il nome di un dolce che, proseguendo con l'alfabeto, è Tiramisu[18], mentre per la versione 14 il nome è Upside Down Cake.

Funzionalità[modifica | modifica wikitesto]

Interfaccia[modifica | modifica wikitesto]

L'interfaccia utente di Android è basata sul concetto di manipolazione diretta[19] per cui si utilizzano gli ingressi mono e multi-touch come strisciate, tocchi e pizzichi sullo schermo per manipolare gli oggetti visibili sullo stesso.[19] La risposta all'input dell'utente è stata progettata per essere immediata e tentare di fornire un'interfaccia fluida. Sensori hardware interno come accelerometri, giroscopi e sensori di prossimità sono utilizzati da alcune applicazioni per rispondere alle azioni da parte dell'utente, ad esempio la regolazione dello schermo da verticale a orizzontale a seconda di come il dispositivo è orientato o che consentono all'utente di guidare un veicolo in una corsa virtuale ruotando il dispositivo, simulando il controllo di un volante.[20]

Android permette di eliminare la cache sia quella del sistema operativo sia di una specifica app/servizio. Esiste anche un comando che consente di liberare la RAM da app/servizi in