CONOSCENZA E UTILIZZO DELLA LINGUA PIEMONTESE A TORINO E PROVINCIA I risultati di unindagine demoscopica commissionata dai Riformisti per lUlivo |
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La ricerca, commissionata dal Gruppo misto Riformisti per lUlivo alla società Euromarketing di Torino, ha avuto quale obiettivo principale laccertamento del livello di conoscenza e di utilizzo della lingua piemontese, dellinteresse verso iniziative che ne prevedano linsegnamento facoltativo nelle scuole e, più in generale, della propensione al suo apprendimento. Lindagine è stata svolta su un campione della popolazione torinese e dei residenti in alcuni Comuni della Provincia di Torino, selezionati in modo da garantire unadeguata rappresentanza territoriale della popolazione. La ricerca è stata condotta mediante un sondaggio telefonico rivolto a 1038 intervistati, di cui 303 residenti nella città di Torino e 735 nei Comuni della Provincia più sotto elencati. La formazione del campione è avvenuta nel modo seguente: I fase - a scelta ragionata - unità primarie di campionamento - n° 25 Comuni della provincia di Torino: Agliè, Avigliana, Bibiana, Caluso, Carmagnola, Chieri, Chivasso, Coazze, Collegno, Cumiana, Gassino, Ivrea, Moncalieri, Perosa Argentina, Pessinetto, Pinerolo, Poirino, Pont Canavese, Rivara, Rivarolo, Robassomero, Settimo Torinese, Susa. Questa prima fase è stata realizzata selezionando alcuni Comuni ritenuti idonei sia per la costruzione di un campione sufficientemente rappresentativo delluniverso, sia per una migliore analisi di alcuni bacini della provincia di Torino mediante la suddivisione per aree omogenee diversificate. II fase - con il metodo del campionamento casuale semplice - n° 1038 intervistati. La seconda fase è stata realizzata con il metodo del campionamento casuale semplice, estraendo cioè casualmente un campione di numeri telefonici dagli elenchi telefonici, con numerose sostituzioni di k>1 cifre terminali con altre a caso, allo scopo di non escludere quei numeri che non appaiono negli elenchi. Dopo aver elaborato i risultati ottenuti, è stato calcolato lerrore campionario allo scopo di estendere alla popolazione le percentuali ricavate dallindagine campionaria con un certo margine di sicurezza. RISULTATI DELLINDAGINE 1) Conoscenza della lingua piemontese Dalla ricerca emerge che circa il 40% del campione ritiene di essere in grado di parlare in piemontese: si tratta di un vero e proprio livello di coscienza nel rapporto con il Piemontese, a prescindere dalla effettiva capacità di parlarlo. Coloro che pur non essendo in grado di parlare in Piemontese ritengono comunque di comprenderlo rappresentano il 36% circa del campione. Infine, poco più di un quinto degli intervistati esprime una completa esclusione di fatto con la lingua piemontese. È interessante notare come tali valori si modifichino a seconda delle varie aree geografiche ed in relazione alletà degli intervistati nonché, ovviamente, rispetto alla loro regione di origine. Il dato relativo a coloro che sono in grado di parlare in piemontese, ad esempio, varia dal 23% rilevato in Torino al 52% riscontrato in provincia. Relativamente alletà, nella classe oltre i 50 anni più della metà dichiara di essere in grado di parlarlo, mentre tra i giovani (18-30 anni) tale valore scende al 28%. 2) Capacità di lettura e scrittura in piemontese Del 40% circa che, relativamente al campione globale, ha dichiarato di essere in grado di parlare in Piemontese, il 27% ammette di non saperlo leggere ed il 36% ritiene di avere al riguardo forti limitazioni. Ciò significa che circa il 16% dellintero campione presume di saper leggere in piemontese. Peraltro tale valore risulta più alto in Torino rispetto ai Comuni della Provincia ed è direttamente correlato al titolo di studio: più questo è elevato, più aumenta la capacità di lettura. Di tale 16% dellintero campione che si dichiara in grado di leggere in piemontese, soltanto il 13% ritiene di essere anche in grado di scriverlo. Ne deriva che il livello di capacità di scrivere in piemontese, nella popolazione complessiva del Piemonte, non supera il 2%. 3) Interesse allinsegnamento del piemontese Un dato importante emerge alla domanda relativa al grado di interesse nei confronti di iniziative che prevedano linsegnamento scolastico (facoltativo) del piemontese: più della metà degli intervistati esprime un parere positivo, mentre il 20% circa si dichiara abbastanza favorevole. Coloro che sono invece nettamente contrari rappresentano il 15% del campione, mentre il restante 15% non si dichiara esplicitamente. È interessante osservare come i valori relativi a coloro che esprimono un parere decisamente positivo si distribuiscano prevalentemente tra la popolazione con più elevato e più basso titolo di studio, mentre coloro che possiedono titoli di studio intermedi risultano in genere meno favorevoli alliniziativa. Si deve inoltre sottolineare come i pareri positivi aumentino sensibilmente tra coloro che vivono in provincia, così come tra coloro che hanno superato i 50 anni. 4) Interesse ad una informazione con una parte in piemontese Si è inoltre chiesto agli intervistati quale fosse il loro parere relativamente alla possibilità di avere nellinformazione, su carta stampata così come in notiziari radiofonici e televisivi, anche una parte in lingua piemontese. Per quanto riguarda la carta stampata i pareri positivi si attestano sul 30% circa (dato che ben si accosta alle difficoltà nella lettura del piemontese, precedentemente rilevate) mentre aumentano leggermente (37% circa) quando si fa riferimento allinformazione radiofonica e televisiva, in particolar modo tra coloro che hanno più di 50 anni e tra coloro che vivono in provincia. 5) Lingua Piemontese e contesto sociale Sono state poste alcune domande accessorie, ma ugualmente utili, sul contesto sociale in cui si dialoga o si sente parlare in piemontese. Da queste domande emerge come luso del Piemontese sia legato prevalentemente alla sfera del privato ed ai contesti più intimi ed informali (la famiglia, gli amici), mentre è utilizzato in misura assai ridotta in contesti lavorativi o in rapporti occasionali. 6) Considerazioni conclusive Lesito della ricerca non ha dato risultati sorprendenti ma ha confermato che la lingua piemontese non ha un carattere residuale. Vari dati emersi dallindagine dimostrano che il piemontese rappresenta un elemento di significativa identità non da riserva indiana. Una prossima tappa di questo lavoro, vista la legge regionale 26 del 1990 e limpegno della Regione Piemonte per la sua attuazione, dovrebbe essere lestensione dellindagine alle altre province del Piemonte ed inoltre, dedicando attenzione anche alle altre realtà linguistiche della nostra regione. Parrebbe opportuno inoltre ripetere periodicamente questo tipo di ricerca (a cadenza quinquennale?), in modo da poter monitorare landamento dei dati emersi, per valutare lefficacia delle politiche regionali. |