cittadinanza onoraria e laurea ad honorem a bologna
San Suu Kyi è bolognese e laureata
«Avete ritrovato una di voi»
Sale strapiene e folla ai maxischermi. Il premio Nobel:
«Per il mio Paese è fondamentale avere aiuto anche spirituale». E agli studenti: «Occupatevi di politica»
Aung San Suu Kyi con il sindaco Virginio Merola
BOLOGNA - Aung San Suu Kyi è cittadina bolognese. La leader birmana è arrivata a Palazzo d'Accursio vestita di azzurro, i capelli legati con un fiore. La sala del Consiglio Comunale la aspettava già piena: tutti in piedi con il telefonino in mano, pronti a scattare una foto. Nel cortile del Comune un cartello avvisava che in sala non c'erano sono più posti e rimandava ai due maxischermi allestiti per l'occasione, in Sala Borsa e all'Archiginnasio: anche là, tutto pieno.
Aung San Suu Kyi cittadina bolognese
San Suu Kyi riceve la cittadinanza onoraria dal sindaco Merola
LA CITTADINANZA ONORARIA - Era il 15 settembre 2008 quando il Consiglio comunale con voto unanime approvò la richiesta dell'allora presidente Gianni Sofri di offrire la cittadinanza onoraria alla leader birmana, agli arresti domiciliari dal 1989, come segno di solidarietà per la sua battaglia. Nella sala del Consiglio comunale, riunito oggi in seduta straordinaria, sono presenti anche tutti i consiglieri della passata amministrazione, i consiglieri provinciali, regionali e tutte le autorità della città. «San Suu Kyi è uno dei pochi leader asiatici a sostenere e battersi per la democrazia - introduce Simona Lembi, presidente del Consiglio comunale - La nostra città si è battuta per la democrazia, e ha fatto molte battaglie civili, quindi è sembrato naturale riconoscere e sostenere il suo esempio». Gianni Sofri prende la parola con la voce rotta dall'emozione: «Per me, vecchio professore che ho dedicato la mia vita a osservare l'Aisa e la Birmania è un onore e un'emozione parlare vicino a lei. Cosa ci insegna San Suu Kyi? Primo la non violenza, secondo la difesa dell'universalità dei diritti umani e della diversità delle culture. Siamo qui per festeggiare la sua vittoria, grazie per aver tenuta accesa la fiaccola della speranza». Anche il sindaco, Virginio Merola, ricorda che la sua è «una storia di coraggio e determinazione in difesa dei diritti umani e civili». Aung San Suu Kyi, dice, è una «donna con tenacia e coerenza rara nella lotta per democrazia e libertà, si è sempre dedicata alla sua causa senza tregua», e aggiunge: «Oggi è una donna libera. Bologna nel suo stemma ha la parola libertà, siamo onorati che Aung San Suu Kyi sia nostra cittadina».
La firma di San Suu Kyi nella Sala Rossa
SAN SUU KYI: «PER ME UNA GIOIA E UN ONORE» - Lei, il premio Nobel per la pace, sta seduta accanto a Merola, attenta e sorridente. «Grazie per l'accoglienza e grazie a Sofri quando ha detto che non sono mai stata sola, la stessa cosa me la disse il Dalai Lama, questo senso di condivisione mi ha dato la forza di andare avanti mi ha fatto sentire un membro di una famiglia». Parlando del suo Paese, San Suu Kyi ricorda il padre, «figura fondamentale per me», e ragiona: «Siamo all'inizio del percorso, io sono stata liberata ma molti continuano a lottare, per mantenere la democrazia bisogna combattere quotidianamente e voi lo sapete bene». «Spero per il mio Paese - aggiunge - una democrazia che risulti dall'equilibrio tra libertà e sicurezza. Non si può essere liberi se non si è sicuri». Oggi, conclude, «avete ritrovato questo membro della famiglia che non vedevate da tempo». La leader birmana lascia un messaggio anche sul libro d'onore di Palazzo d'Accursio: «È una gioia e un onore - scrive - venire qui nella nostra città per essere una di voi».
FOLLA AI MAXISCHERMI - In Sala Borsa molti stanno seguendo la cerimonia davanti al maxischermo, soprattutto ragazzi, anche se l'audio non è buono e qualcuno si lamenta. L’emozione, anche qui, è palpabile: alcuni ragazzi si tengono per mano, altri scattano foto al maxischermo. I posti a sedere sono esauriti e i ragazzi si siedono a terra per ascoltare il discorso della leader birmana. Un centinaio di persone segue la diretta all'Archiginnasio.
Aung San Suu Kyi laureata in Filosofia
San Suu Kyi laureata
LA LAUREA AD HONOREM - Secondo appuntamento di San Suu Kyi a Bologna, la laurea ad honorem in Filosofia all'Università di Bologna, nell'aula magna di Santa Lucia, con rito medievale, formula in latino, toga e tocco. La cerimonia avviene all'interno dell'inaugurazione dell'anno accademico. Per l'occasione sono presenti i rettori di varie università italiane. Era il 7 luglio 2000 quando la facoltà di Lettere votò all'unanimità la proposta di conferirle la laurea honoris causa in Filosofia fatta da Walter Tega, allora preside, proposta accolta dall'allora rettore Fabio Roversi Monaco, presente in prima fila. «La sua presenza qui oggi - è il benvenuto del rettore dell'Alma Mater, Ivano Dionigi - tra le tante parole ne evoca una: libertà. C'è una libertà interiore dai giudizi altrui e e soprattutto, come ci ha insegnato San Suu Kyi, dalla paura, individuale e collettiva. Se dovessi indicare un luogo che è terreno di queste forme di libertà è senza dubbio l'università». Dionigi consegna dunque la laurea ad honorem a «questa testimone della non violenza», laurea in Filosofia «perché è un sapere esistenziale, militante, rivoluzionario». Dionigi consegna alla leader birmana la pergamena, l'anello, poi l'abbraccio, tra l'applauso della sala. «Nel mio Paese pieno di conflitti - dice lei nella lectio magistralis - c'è desiderio di intervenire non con una condanna ma con una riconciliazione, in politica sono importanti gli obiettivi ma soprattutto gli strumenti e i mezzi con cui si ottengono e sono quelli morali a portare una vera rivoluzione dello spirito. Non è più il tempo dell'amarezza e di rivangare nel passato, dobbiamo darci una chance per andare avanti, ringrazio il popolo italiano e Bologna che ci aiuta a farlo». Perché, sottolinea ancora in un altro passaggio, è «fondamentale avere l'aiuto degli altri Paesi non solo materiale ma anche spirituale». Infine, un appello: «Approfitto per lanciare un appello: pensiamo agli altri così come pensiamo a noi stessi, non pensate all'odio, concentriamoci sulla positività». Dopo le sue parole, risuona la musica di Pachelbel: al pianoforte Gile Bae.
L'INCONTRO CON GLI STUDENTI - Prima di andarsene, la leader birmana si è fermata nella sala absidale a chiacchierare con alcuni studenti del liceo classico Galvani e universitari. «Dovete farvi domande e interessarvi alla politica», è il suo suggerimento ai ragazzi. La mattinata bolognese di Aung San Suu Kyi si conclude a Palazzo Pepoli: davanti all'entrata, flash e autografi.
Noemi Bicchiarelli