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Chi è
Diabolik |
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Quando la
RAI mi affidò la regia dello sceneggiato radiofonico, decisi di
affrontare uno studio dettagliato sul personaggio. Già conoscevo
Diabolik, ma erano circa vent'anni che lo avevo perso di vista, tanto più
che volevo tentare di renderlo ancora più vivo di quanto non fosse
mai stato su carta. Quello che segue è il "distillato" del mio studio
preliminare sul personaggio, durato quasi tre mesi. Molte sono le considerazioni
originali che troverete, rispetto ai fiumi d'inchiostro già spesi
in questi quarant'anni per il "Re del Terrore".
ASCENDENZE
Qualcuno dice che se il Diavolo avesse
un segno zodiacale, quello sarebbe lo Scorpione.
Il primo fumetto di DK nasce il 1
Novembre 1962, il che lo pone proprio sotto il segno dello Scorpione,
di cui mantiene molte caratteristiche astrali.
Notturno, solitario e maledetto, come
i demoni e i vampiri, Diabolik, vestito di nero come la notte in cui si
aggira, ha sempre colpito l’immaginario collettivo.
Per molti aspetti DK è anche
un uomo di spettacolo : è attore, mago, mimo e imitatore. Ha le
maschere dell’attore, usa i trucchi del mago, la tuta
del mimo, la voce dell’imitatore. Cambia voci e movenze, trasforma la sua
identità e risulta credibile, ha gli occhi
magnetici e ipnotici di un mago, ed è un istrione perché
predilige le imprese più spettacolari.
È cresciuto orfano come molti
attori famosi, e come loro ama essere celebrato dai media.
Persino i suoi lineamenti furono ispirati
a quelli di un attore (Robert Taylor),
ma una serie di influenze DK le subì anche da altri personaggi dei
fumetti e della letteratura :
usa i travestimenti di Fantomas, le
fughe di Rocambole, l’eleganza di Arsenio Lupin, il costume di Phantom
(l’Uomo Mascherato), non ha un nome e non mai conosciuto i suoi genitori,
come Simon Templar (il
Santo), è cresciuto su un'isola, libero come Tarzan, è
notturno e sanguinario come Dracula, e si avvale della tecnologia come
Batman
(archetipo di Vampiro buono).
Peraltro Phantom (1936), col suo teschio,
influenzò probabilmente anche Kriminal
(princilpale antagonista di Diabolik in edicola).
La figura di DK ricorda da vicino
quella dei ninja giapponesi, che si muovono furtivi, di notte, vestiti
di nero, con solo gli occhi scoperti. Come i ninja, DK è imprevedibile
ed è una perfetta macchina per uccidere; usa solo armi da taglio
e altre strane tecnologie, disdegnando le volgari armi da fuoco. Coi quegli
occhi inclinati da gatto, DK potrebbe ricordare proprio un orientale.
Altre influenze DK le ha ricevute
dal film di Hitchcock "Caccia al ladro",
ambientato in Costa Azzurra, con il Gatto (Cary
Grant) e Grace Kelly, la quale
inizialmente avrebbe dovuto prestare, non a caso, il volto a Eva Kant.
Ulteriori influenze le ebbe, in seguito,
dai successi del suo coetaneo 007.
L’ASPETTO
FISICO E LA VITA DI COPPIA
DK ha occhi da felino e vestito da
pantera,
di cui conserva fascino, astuzia, eleganza e sensualità. La sua
stessa macchina è un "giaguaro
nero". Il suo pugnale è, insieme, zanna di pantera e simbolo
fallico.
Se avesse occhi scuri, sarebbero più
profondi (per semplici ragioni cromatiche), ma DK compensa con l’espressione
intensa delle sopraciglia, così il colore chiaro dei suoi occhi
lo rende soltanto più spietato e selvatico, non meno intenso.
Il suo fisico
è asciutto, atletico ma non "gonfiato" da culturista, DK dev’essere
agile, insinuarsi più che sollevare pesi; e poi un fisico ingombrante
renderebbe più difficile il sostituirsi ad altre persone.
Eva è forte e decisa, ma anche
molto femminile e sensuale. Si veste in modo sobrio
ed essenziale. Qualcuno dice che se avesse uno stilista, quello sarebbe
Armani.
Il suo fisico
non è da pin-up, la sua femminilità è discreta, questo
la rende più simpatica a un pubblico femminile che non la sente
come una rivale ma come un’amica. D’altro canto un fisico asciutto e un
seno a "coppa di champagne" meglio si sposano con l’agilità richiesta
dal suo tipo di vita.
Se DK è una pantera, Eva
è una gatta.
Entrambi per i loro capelli usano
da sempre acconciature semplici per ragioni puramente pratiche. Da una
parte sono comode per indossare le maschere, dall’altra, Eva, se può
concedersi di andare a teatro, o può vivere altri momenti di una
moderata vita sociale, indossando semplicemente una maschera, non può
certo concedersi lunghe sedute dal parrucchiere per i suoi veri capelli,
di qui la scelta tanto sobria quanto obbligata dello chignon.
I due sono soli, come Adamo ed Eva...
e come Eva si alleò col serpente, così Eva Kant si allea
con Diabolik, rinunciando al paradiso in cui viveva, per entrare nell’affannoso
mondo della clandestinità.
Eva e
Diabolik, due contro il mondo, trovano la forza di continuare l’uno
nell’esistenza dell’altro. Questo li rende irresistibilmente romantici.
I due sono visti dal pubblico italiano
come ultimo esempio di coppia inseparabile, (ultimo baluardo del romanticismo
dopo che si sono lasciati anche Al Bano e Romina).
Di tanto in tanto DK entra in crisi
con se stesso e con Eva, ma poi si riprende più saldo di prima.
Ormai il rapporto di coppia con Eva
è indissolubile anche per necessità : hanno troppi vincoli
in comune. Uno senza l’altra sarebbe perduto, questa è la base della
lealtà e fiducia reciproca incondizionata.
Li riconduce ad un rapporto simile
a quello che si creava nelle coppie prima della legge sul divorzio, quando
le donne dipendevano in tutto e per tutto dall’uomo, non potevano distaccarsene
e per questo sopportavano ogni cosa. Allo stesso modo loro dipendono l’uno
dall’altra e per questo riescono a superare ogni crisi di coppia : ognuno
dei due è per l’altro sia marito che moglie, in questo senso il
rapporto tra loro è paritetico.
Il fatto che Eva non possa chiamarlo
per nome, ma solo "caro", "amore", o "tesoro", aumenta ancora il clima
di intimità tra i due.
Non vogliono figli perché non
potrebbero garantire loro un futuro, e poi non hanno stima del mondo in
cui li metterebbero alla luce.
La vita di una coppia non sposata,
senza figli, era considerata trasgressiva per gli anni ’60, oggi invece
si avvicina sempre più ai gusti eternamente adolescenti delle generazioni
attuali. In qualche modo i due hanno precorso i tempi.
Il senso di affidabilità e
sicurezza che comunica DK si esprime anche in altre scelte :
Batman
ha aggiornato la sua Batmobile, 007
ha cambiato l’Aston Martin, DK è
rimasto invece sempre fedele alla sua Jaguar
"E".
Una ulteriore riflessione merita la
macchina : come per il pugnale, molti psicanalisti assimilano anche l’automobile
ai simboli fallici, e allora, quale migliore immagine di quella della Jaguar,
dalla linea così stretta, lunga e affusolata, che rientra di notte
al suo rifugio...?
MOTIVAZIONI
E OSSESSIONI
DK è un raffinato collezionista,
disposto a tutto pur di incrementare i suoi averi.
I suoi furti sono raffinati, ruba
gioielli preziosi e opere d’arte inestimabili ; quando ruba vile denaro,
lo fa per finanziare altri furti.
«Che spreco : tutta questa roba
non la vede nessuno !» Notava qualcuno.
«Molta gente compra capolavori
per poterli esibire, io invece li colleziono per me !»
Questo rispondeva Diabolik che, si
sa, è piuttosto tirchio. Questa sua ansia di accumulare ricchezze
deriva forse dal senso di potere e sicurezza che gli averi danno, per lui
che non ha mai avuto il calore di una famiglia. Un po’ come avviene per
i vecchi che diventano avari perché temono di essere abbandonati
dai familiari e vedono nel loro interesse per l’eredità un modo
di mantenerli legati.
Nell’ambiente in cui è cresciuto,
DK non ha mai avuto grandi esempi morali, né ha maturato, (per le
cose che ha visto) una grande stima verso il genere umano.
Non avendo mai avuto un nome e una
sua vera identità, forse DK si è appassionato all’invenzione
delle maschere, anche perché gli consentono di assumere l’identità
di altri. Come avveniva per i replicanti di Blade Runner che si appropriavano
di foto di altri, non avendo avuto una infanzia loro.
DK è un anarchico, non ha alcuna
stima della società, se fosse nato oggi diventerebbe un hacker,
anzi un cracker inafferrabile.
Però ha rispetto per Ginko
e sotto molti aspetti lo considera migliore di lui.
Negli anni ’70, il mondo era diviso
in due blocchi e andava di moda etichettare tutto, naturalmente nacque
la disputa se Diabolik fosse di destra o di sinistra. Nella società
di Clerville, conservatrice e divisa in caste, precisa e idealizzata, dove
tutti si danno del "voi", nessuno bestemmia e nelle strade si trova sempre
un parcheggio, DK rappresenta una cellula impazzita, incontrollabile, ovvero
un anarchico individualista in una ordinata società di destra.
Non è un caso che il personaggio
sia nato e abbia avuto successo in Italia, dove ognuno sogna di fare ciò
che vuole contro ogni regola.
In ogni caso DK è leale, mantiene
la parola data, e disprezza chi non lo fa.
È a modo suo idealista, solo
che i suoi ideali non coincidono col bene dell’umanità.
DK è molto orgoglioso, tanto
da arrivare a mettere a rischio la sua stessa vita o il rapporto con Eva.
I due vivono nella clandestinità,
come terroristi, e come i terroristi rubano per auto-finanziare i furti
successivi, più che per garantirsi una vita lussuosa.
Obiettivamente non si fanno mancare
niente, ma non danno l’impressione di vivere nel lusso sfrenato. Non si
capisce se questo avvenga per l’avarizia di DK o perché spendono
tutto nel preparare altri furti.
Derubano chi non soffre economicamente
delle conseguenze del furto e, tra questi, molti sono i criminali.
DK è ormai prigioniero del
suo stile di vita e non può più cambiarla, dato per scontato
che l’ozio non è cosa per lui, ormai è "costretto" a rubare,
cos’altro potrebbe fare ?
Dichiara di amare il rischio e il
pericolo, tanto da apparire un esaltato: «Nessuna cosa al mondo potrebbe
darmi l’esaltazione che mi dà l’idea di combattere contro il mondo
intero...». E arriva a meditare il suicidio quando, per un incidente,
diventa cieco: «Non ce la faccio ad accettare una vita senza sfide,
senza rischi, senza avventura. Non ci riesco...» (da "Colpo alla
cieca").
La sua "patologia" però non
si può paragonare a quella di un giocatore d’azzardo. Si può
forse assimilare meglio a un accanito giocatore di borsa che punta sulla
propria abilità e non sul puro azzardo, pur vivendo il tutto come
una specie di ossessione.
Ama il rischio e anche per questo
continua ad usare un modello obsoleto di auto com’è la Jaguar
"E" (chiunque vedendola esclama : «Diabolik !»)
L’uso della Jaguar d’altra parte rappresenta
anche una comodità : può infatti montare gli stessi congegni
sulle sue auto, senza doverli adattare diversamente. Inoltre può
mantenere sempre lo stesso stile di guida.
Altro enigma è il rapporto
con l’ispettore Ginko, e per quale motivo DK non si libera definitivamente
di lui. Anzi in certi casi viene da pensare che la sua sfida sia ormai
rivolta solo all’ispettore, che è sì suo acerrimo nemico,
ma al quale salva la vita, se è il caso, in modo da continuare all’infinito
il "minuetto". A tratti sorge il dubbio che anche Ginko non voglia veramente
catturarlo, ma solo vanificare le sue imprese; troppe volte l’ispettore
si è sentito in debito con quel criminale che gli ha salvato regolarmente
la vita, dopo tanti anni il legame tra i due è troppo forte. Si
ha l’impressione che Ginko sarà felice di catturare il suo nemico
solo quando Diabolik sarà stanco del gioco. L’uno senza l’altro
non avrebbe più stimoli.
DK deruba spesso i criminali per diversi
motivi :
Ormai è difficile trovare,
al giorno d’oggi, una persona che si sia arricchita molto o conservi la
sua ricchezza senza commettere reati.
Chi ha soldi irregolari non ha le
protezioni di una banca e usa più facilmente i contanti, infatti,
da tempo ormai, solo gli affari illeciti si trattano in contanti.
Un bandito derubato non si rivolgerà
mai alla polizia, e quindi si evitano complicazioni.
La sfida tra DK e un altro criminale
è più stimolante per dimostrare chi è il più
forte.
I soldi necessari per mantenere una
organizzazione criminale sono molti di più di quelli che servono
a DK ed Eva per mantenere se stessi e i rifugi ; è quindi più
facile attingere direttamente al denaro illecito.
DIABOLIK
E I SERIAL KILLER
«Parte della fascinazione che
i serial killer esercitano sulla gente, forse proviene da lontano ; personificazioni
di mali e archetipi antichi, sembrano essere usciti dall’immaginario collettivo
per interpretare e reinterpretare di volta in volta figure mitiche : il
Diavolo, il Vampiro, la Strega, l’Orco.
L’omicidio in serie è un male
oscuro che affligge il consorzio umano, probabilmente da sempre ; è
qualcosa di incontrollabile e imprevedibile. In molti degli innumerevoli
saggi che sono stati scritti sull’argomento, si sostiene, in parte giustamente,
che gli assassini seriali non siano una "manifestazione spontanea" di violenza,
ma il "prodotto" di infanzie da incubo, di sevizie e di stupri subiti da
coloro che, adulti, diventeranno serial killer.
Altri, invece, sostengono che sia
semplicemente il "male" che affiora in determinati individui, prendendo
possesso delle loro azioni, che gli assassini seriali sarebbero tali anche
se avessero avuto (in alcuni casi è stato davvero così) la
più felice delle infanzie.»
DK non è propriamente un serial
killer, non infierisce sulle vittime, tuttavia, come i serial killer ha
un suo "modus operandi", seppur asciutto ed essenziale; come loro ha bisogno
che le sue gesta vengano amplificate dai media e come un serial killer,
in certi momenti sembra che speri di essere prima o poi catturato (cosa
che potrebbe essere per lui una liberazione).
In particolare, l’uso che fa del pugnale
in certe circostanze (e che potrebbe essere tranquillamente evitato) tradisce
una ritualità e un certo compiacimento sanguinario nel dare la morte.
Molti serial killer abbinano ai loro
omicidi un piacere di tipo sessuale ; chissà che DK dopo ogni omicidio
non si senta più eccitato e provi più trasporto verso Eva
? Ma questo non lo sapremo mai, vista la discrezione che nel fumetto avvolge
il rapporto tra i due.
Resta il fatto che DK come i serial
killer esercita un fascino morboso sul suo pubblico.
Gli assassini seriali provano piacere
ad uccidere, ma ogni volta il piacere deve crescere, altrimenti si sentono
depressi, cambiano schema e si fanno catturare. DK si comporta così
solo per i furti, non per gli omicidi.
All’inizio DK uccideva con freddezza,
subito, senza pensarci, anche per evitare che si creasse un rapporto emotivo
con la vittima, cosa che invece il serial killer cerca.
Negli anni ha mitigato la sua crudeltà,
un po’ per le pressioni di Eva, e un po’ perché ha constatato che
mantenere vive le sue vittime, gli torna spesso utile.
Eva gli ha comunicato un maggiore
rispetto per la vita umana, seguendo quella regola naturale secondo cui
la donna dá la vita, l’uomo la toglie.
Un’altra spiegazione di questo fatto
ha origini sociologiche : appena nacque DK, l’Italia era ancora relativamente
vicina alla guerra e, dopo tutto quanto era successo, la vita umana, nel
sentimento collettivo, aveva un valore inferiore rispetto ad oggi. Col
protrarsi della pace la civiltà occidentale ha dato alla vita in
generale un valore sempre maggiore (pensiamo ai vegetariani), pertanto
diventava intollerabile un personaggio che ne avesse disprezzo.
(Forse è anche la mancanza
della guerra che dá alla nostra società nuovi impulsi matriarcali.)
DK tuttavia continua ad uccidere i
criminali, e questo avviene per diversi motivi :
prima di tutto serve come sfida, serve
a provare che è sempre lui il migliore.
Si eliminano i concorrenti.
Inoltre un criminale, a differenza
di un normale cittadino, potrebbe architettare una vendetta.
Diverrebbe faticoso per DK dover sempre
sfuggire ad altri criminali oltre che alla polizia.
Infine DK ha scoperto che questo comportamento
gli dà un alone di giustiziere che fa presa sull’opinione pubblica.
In questo modo il suo furto viene visto quasi come una ricompensa per il
servizio fatto alla società.
Senza contare le volte che l’ammirazione
suscitata nella collettività gli ha salvato la vita, procurandogli
un aiuto insperato da parte di comuni cittadini.
DK viene visto con ammirazione perché,
anche quando ruba grandi cifre ai ricchi o ai criminali, sembra procurare
un danno minore dello scippatore che deruba la vecchietta, o del trafficante
che spaccia droga o, ancora, del rapinatore che uccide per sbaglio un passante.
Il comune cittadino non lo vede come
una vera minaccia, come avviene invece per i micro-criminali.
DIABOLIK
e 007 : IL PIRATA E IL CORSARO
Vediamo una descrizione di James Bond
fatta da Massimo Moscati :
«Distante mille miglia dai classici
eroi come, fino a quel momento, erano stati offerti dalla letteratura.
Privo di ideali, fredda macchina per uccidere, JB agisce senza alcuna partecipazione
emotiva, col solo scopo di compiere la sua missione nel miglior modo possibile.
(...)
Amante della bella vita, lontano da
problemi sociali immediati, è dotato di "licenza di uccidere". Il
cliché di "superuomo" di cui è dotato non si limita, quindi,
semplicemente alle sue qualità fisiche, ma proprio al suo "potere"
che gli permette di decidere la vita o la morte altrui. A tutto ciò
vanno aggiunti i numerosi gadget tecnologici che utilizza sempre più
ampiamente : un’automobile blindata
letteralmente imbottita di trucchi e armi, valigetta prodigiosa, sommergibili
mimetizzati o camuffati da iceberg. In pratica, tutta una serie di "sostegni"
che gli permettono, nella peggiore delle ipotesi, di togliersi
dagli impicci. Ma che, di fatto, rappresentano il prolungamento ormai
inevitabile del personaggio.
È eroe "cibernetico" oltreché
comportamentale : egli reagisce agli stimoli selezionando con precisione
quelli utili da quelli nocivi. JB è l’eroe di un tempo senza ideali
(gli anni ’60), ma non senza miti, speranze e tensioni spasmodiche : miti
e speranze di successo, di ricchezza, di potenza, di avventura.
JB è, in definitiva, uno scettico
ad alto livello, che uccide senza sadismo ma anche senza scrupoli. Egli
si trova sempre, e "comunque", a suo agio in qualunque modo si muova.
(...) Lo spettatore medio deve "vivere"
un’avventura che esuli dai suoi mezzi abituali : l’eroe può "vivere"
solo in hotel di lusso in prossimità di una spiaggia da miliardari
o di una prestigiosa stazione di sci (in preferenza svizzera).
Lo stile narrativo, generalmente,
è strettamente realistico, quasi a compensare la struttura estremamente
schematica di queste pellicole (costruite un po’ alla maniera dei fumetti).
Gli unici elementi di sofisticazione pura introdotti nella serie sono un
certo tipo di erotismo e di violenza, amplificati e come privilegiati nel
concreto da quei "gadget" accennati e che indirizzano la serie in un futuro
sofisticato da fantascienza.
Ma è giusto notare la netta
progressione che ha caratterizzato, in tutto il filone, l’inserimento di
questi "gingilli". Nei primi quattro film le invenzioni, seppur futuribili,
appartengono ancora all’ambito del verosimile. In seguito la plausibilità
lascia posto all’incredibile e alla fantasia più sfrenata.»
La stessa descrizione potrebbe adattarsi
perfettamente a Diabolik !
Guardati da lontano i due sembrano
quasi uguali, ma ogni personaggio della letteratura esprime aspetti significativi
della personalità di chi lo ha creato, a prescindere dal sesso.
I due eroi non fanno eccezione, ma hanno una differenza fondamentale :
007 è nato dalla penna di un uomo (Ian Fleming), Diabolik è
stato "partorito" da due donne (Angela
e Luciana Giussani). Entrambi hanno in sé i tratti dell’eroe
ideale, ma sono profondamente diversi :
007 è un ideale maschile
e rappresenta l’Uomo come vorrebbe essere.
DK incarna un principio femminile
ed è l’Uomo come la donna vorrebbe che fosse.
Questo rende i due molto simili per
certi aspetti e molto diversi per altri.
Se DK è una "pantera", 007
è un "lupo solitario", sono entrambi aggressivi e temibili, ma diversi
tra loro come cani e gatti. Non a caso, nella storia, gli uomini si sono
sempre intesi meglio con i cani, le donne con i gatti.
Analogie con
007
Sono coetanei per il grande pubblico
(1962). 007 è "nato" il 7 ottobre, DK il 1 novembre.
Entrambi hanno occhi grigi, freddi,
e sguardo magnetico.
Vivono tra ricchezza, belle auto e
belle donne e si muovono con eleganza e disinvoltura in ogni situazione.
Sono belli e intelligenti, virili
e carismatici, leali e spietati, drogati di emozioni e adrenalina.
A seconda della necessità,
cambiano passaporto e identità, ma non cambierebbero mai la loro
arma preferita, oggetto a cui sono legati in modo quasi morboso.
Entrambi affascinano perché
uccidono a loro discrezione.
Entrambi, al di là del bene
e del male, coincidono con un certo ideale del super-uomo di Nietsche.
Sono al disopra delle regole, per loro vale solo quel che detta la loro
intelligenza.
Entrambi hanno un senso dell’onore
molto sviluppato, fino a mettere a rischio la vita.
DK come 007 non invecchia mai, questo
dà l’illusione a chi li segue e si identifica con loro, di potersi
adeguare ai tempi che cambiano, senza cambiare mai. Dà un senso
di sicurezza : chi segue le loro gesta, come loro, non invecchierà
mai.
Hanno spirito schivo e solitario,
e coi loro metodi anarchici, entrambi rappresentano un pericolo imprevisto
e incontrollabile per le organizzazioni criminali.
Usano la tecnologia
per togliersi dagli impicci.
Differenze da
007
007 lavora per il suo governo ed è
fedele solo alla Regina, DK lavora per sé ed è fedele solo
alla sua donna.
007 è sbrigativo e pragmatico,
DK è sottile e metodico.
007 è tenace, ama il duello
e attacca fino alla morte, DK predilige la ritirata strategica e la vendetta
a freddo. 007 ama affrontare i nemici a viso aperto, DK li attacca a sorpresa.
007 detesta sporcarsi le mani e usa
la pistola col silenziatore, DK ritiene
volgari le armi da fuoco e usa il pugnale.
007 è sprecone, DK è
avaro. 007 si concede lusso sfrenato, grazie ai soldi dei servizi segreti,
ma ha di per sé uno stipendio modesto. DK pur essendo ricchissimo
fa una vita sobria e misurata.
DK non fuma e non beve, 007 fa abuso
di fumo e alcol fino a intossicarsi.
DK subisce il fascino di gioielli
e pietre preziose, ama carpire segreti e tesori. 007 è attratto
dall’avventura, dagli eccessi, dal gioco d’azzardo e dai casinò.
007 piace al pubblico maschile proprio
perché è spavaldo e sregolato, avventuriero e seduttore.
DK piace di più alle donne perché, essendo monogamo, risulta
più rassicurante e protettivo. Una donna può innamorarsi
di 007 ma sa già che non sarà mai "suo", potrà avere
con lui al massimo un’avventura. DK invece è il compagno per la
vita.
A casa 007 si sente come in gabbia,
DK invece si sente al sicuro. 007 vive le sue avventure in giro per il
mondo, all’aperto, in posti sempre nuovi. DK preferisce agire in ambienti
che conosce bene e calcolare ogni rischio, ha bisogno di un perfetto controllo
del territorio, non si avventura dove non ha rifugi; tiene molto alla sua
casa, al punto da difenderla con trabocchetti mortali. Si può dire
che sia un animale "territoriale", proprio come i felini.
007 è affascinato dalla tecnologia
ma la usa per necessità o come gioco, DK invece ne è appassionato
e la sviluppa da solo, come fosse bricolage.
Come abito DK predilige la calzamaglia
nera, funzionale e sensuale, 007 invece sta a suo agio con lo smoking,
elegante e impeccabile.
DK è ricercato per le stesse
azioni per cui 007 viene premiato. È la differenza che intercorre
tra un Pirata ed un Corsaro.
Arturo Villone
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